martedì 30 aprile 2013

Alessandra Lepri


Mi chiamo Alessandra Lepri, sono in viaggio verso il mezzo secolo di vita e ho iniziato la mia attività di giornalista più di 20 anni fa, dopo un estenuante precariato post laurea in cui ho insegnato Italiano e Latino nei Licei, per poi gettare definitivamente alle ortiche una laurea in Filologia Romanza, che però mi cagiona tutt'ora dolorosi sobbalzi sulla sedia quando esploro terribili blog carichi di bestialità grammaticali... 


La mia specializzazione è la moda. Ho sempre scritto su periodici, soprattutto nell'ambito della Moda, spaziando in altri settori, futili, ma divertenti, come Turismo, Enogastronomia e Benessere. Ho lavorato anche alla radio e per un programma di Moda su Sky. Collaboro con un periodico locale e altre testate di lifestyle, insegno "Storia e Comunicazione della Moda" in Scuole specializzate in tutta Italia (Polimoda, IED, Modartech), curo Uffici Stampa e organizzo eventi.


L'ORDINE CHE VORREI
I have a dream. Anzi, più di uno. Oltre a condividere pienamente i valori dei Free ccp, vorrei fare tutto quello di cui avrei avuto bisogno quando anni fa mi sono trovata di fronte a ostacoli insormontabili, che mi hanno fatta  a pezzi professionalmente. Vorrei proseguire nelle mie lotte contro editori meno conosciuti di quelli che muovono i quotidiani, che "ricattano" letteralmente moltissimi colleghi con contratti assurdi e richieste di "vendita" di interviste e articoli al miglior offerente. 

Vorrei un Ordine vicino alle fasce più deboli del giornalismo, i precari, che spesso non hanno voce o hanno paura di alzarla per timore di perdere il lavoro. 
Vorrei un Ordine che vigila sui contratti, fornendo consulenze a chi non conosce i propri diritti, ma assolve solo a doveri, spesso mal ripagati, o non pagati affatto. 
Vorrei un Ordine che raccoglie le denunce, un Ordine che ascolta e che non esita a contrastare i soprusi. Nell'immaginario il giornalista è soprattutto chi si occupa di cronaca, ma esiste un universo di testate, più o meno famose, in cui lavorano molti colleghi che non si sentono rappresentati e sono totalmente in balia della compravendita dei servizi e degli editori, qui la percentuale di precari è altissima. 
Vorrei potermi occupare anche di questi colleghi considerati a torto "figli di un Dio minore".

Vorrei mettere a disposizione la mia esperienza nel settore della moda per sensibilizzare quelle testate che utilizzano modelli femminili inesistenti e denutriti a cambiare direzione, e vorrei giornali più credibili con collaboratori competenti, visto che tanti editori di riviste di moda spesso chiedono ai collaboratori di fare reportage gratis in cambio dell'accredito alle sfilate


PERCHE' VOTARE I FREECCP
Avere una rappresentanza di giornalisti che vivono sulla pelle una situazione professionale incerta e perennemente in balia di editori senza scrupoli è essere parte di una categoria solidale e competente, è dare voce ai problemi attraverso chi li conosce e li vuole risolvere.

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